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IFEL: pubblicato nuovo Report sull’Armonizzazione dei Sistemi Contabili

lentepubblica.it • 13 Novembre 2014

L’esigenza di armonizzazione dei bilanci della Pubblica Amministrazione, introdotta fin dall’approvazione della Legge Delega sul federalismo fiscale (legge n. 42 del 5 maggio 2009) e della Legge di contabilità e finanza pubblica (legge n. 196 del 31 dicembre 2009), è divenuta realtà con l’approvazione del Decreto legislativo n. 118 del 2011 e, ancor più, con il Decreto legislativo integrativo e correttivo n. 126 del 2014.

L’enorme difficoltà nel rendere effettivamente disponibili i dati di bilancio delle Amministrazioni locali e regionali (e la loro correlazione con le risultanze con il bilancio dello Stato), nonché la convinzione che le amministrazioni debbano essere sottoposte alle medesime regole e debbano avere sistemi simili di controllo, rendendo così possibili comparazioni tra amministrazioni appartenenti al medesimo livello di governo e tra livelli di governo diversi, sono alla base del processo di riforma del sistema contabile. La riforma stabilisce, dunque, per regioni ed enti locali, l’adozione di regole contabili uniformi, di un comune piano dei conti integrato e di comuni schemi di bilancio, l’adozione di un bilancio consolidato con le aziende, società o altri organismi controllati, la definizione di un sistema di indicatori di risultato semplici, misurabili, nonché l’affiancamento, a fini conoscitivi, di un sistema di contabilità economico-patrimoniale al sistema di contabilità finanziaria.

Il percorso delineato ha portato all’approvazione del decreto legislativo attuativo n. 118 del 2011 che ha, tra l’altro, previsto un periodo di sperimentazioneavviato fin dal 2012, della durata inizialmente prevista di due anni (2012-2013), poi prorogato di un anno, posticipando così il termine di entrata in vigore della nuova disciplina contabile al 1° gennaio 2015.

La sperimentazione, finalizzata a verificare la rispondenza della riforma contabile alle esigenze conoscitive della finanza pubblica e ad individuarne le eventuali criticità e le conseguenti modifiche, così da pervenire ad una più efficace disciplina della materia, è stata un’impresa complessa,anche da un punto di vista organizzativo, ma di assoluto valore. Se nel 2012, erano 64 gli enti in sperimentazione (4 regioni, 12 province e 48 comuni), nel 2014 il numero è cresciuto a 405, di cui 373 comuni.

Così il decreto legislativo n. 126/2014, grazie anche agli importanti risultati della sperimentazione, ha integrato i principi contabili, il piano dei conti e gli schemi di bilancio, ha definito l’ordinamento contabile delle regioni, aggiornato il TUEL ai principi della riforma contabile, ed adeguato la definizione di indebitamento degli enti territoriali di cui all’art. 3 c. 17 della legge 350/2003.

Il quadro normativo è ormai definito, anche con riferimento ai principali strumenti di accompagno della riforma. Restano, tuttavia, ancora da definire gli ulteriori elementi del percorso attuativo, che discendono da una più diretta valutazione dell’impatto organizzativo che la riforma comporterà. La normativa sull’armonizzazione della contabilità pubblica comporterà un importante riassetto negli equilibri contabili dei Comuni, con effetti immediati sui bilanci a partire dal 2015. Infatti, il primo atto dell’applicazione dei nuovi principi contabili prevede il riaccertamento straordinario dei residui attivi (e passivi), con l’obiettivo di pervenire ad una gestione del bilancio più aderente all’effettiva dinamica delle entrate e dei rispettivi incassi (e delle spese). A seguito di tale operazione, e poi di anno in anno, la massa di residui in bilancio che eccede la dimensione di ragionevoli previsioni di realizzo, anche posposto nel tempo, verrà sterilizzata attraverso il fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE), che a sua volta determinerà muna contrazione della spesa di pari importo.

Tale cambiamento, che per alcuni Comuni potrebbe superare i limiti della ragionevole sostenibilità finanziaria, è stato oggetto di confronto negli opportuni tavoli istituzionali, dando luogo ad alcuni provvedimenti di sostegno, in parte già attivati e in parte da definire ulteriormente, anche a livello legislativo.

Con questo volume, che fa seguito al precedente del 2013, l’IFEL vuole contribuire alla più ampia diffusione dei principi della riforma della contabilità, ed anche alla migliore padronanza delle tecniche di gestione da parte degli operatori e degli amministratori locali coinvolti. Agli stessi obiettivi si ispira il programma di formazione in corso di attuazione su tutto il territorio nazionale.

Al tempo stesso, altrettanta importanza va attribuita alla diffusione della conoscenza dell’impatto quantitativo della riforma, che, come l’Anci sta sostenendo in tutte le sedi di confronto istituzionale, è paragonabile ad una manovra finanziaria con rilevanti effetti restrittivi, di cui la stessa Legge di Stabilità 2015 non può non tenere conto.

 

 

Consulta l’allegato: Armonizzazione_dei_sistemi_contabili

 

FONTE: IFEL – Fondazione ANCI

 

 

tagli

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